        La gamma della Toyota Hilux si amplia, accogliendo a listino due nuove versioni che completano cos&igrave; l&rsquo;offerta del pick-up giapponese, andando incontro alle esigenze di una clientela molto ampia. Da una parte la motorizzazione ibrida mild-hybrid, che per la prima volta in oltre 55 anni di storia porta l&rsquo;elettrificazione sull&rsquo;Hilux e dall&rsquo;altra la versione GR Sport II, pensata per chi cerca il massimo delle prestazioni. Due novit&agrave; molto diverse tra loro, ma che conservano come comune denominatore, la capacit&agrave; di rispondere a qualsiasi necessit&agrave; lavorativa. Merito di un cassone con una lunghezza di 1,5 metri, che assicura un carico utile di una tonnellata. Ma anche di una capacit&agrave; di traino che arriva a ben 3,5 tonnellate. Prova a vincere una Fiat Topolino con Auto, clicca qui e scopri come fare! Hilux Hybrid Partiamo dal debutto del propulsore ibrido a 48 Volt, che permette al modello di essere pi&ugrave; in linea con le vigenti normative antinquinamento. Questo &egrave; basato sul propulsore di 2,8 litri a quattro cilindri turbodiesel da 204 cv e 500 Nm di coppia. La parte ibrida &egrave; costituita da un motogeneratore che prende il mosto del motorino di avviamento, da un invertire DC/DC e da una piccola batteria da 0,2 kWh. Il sistema &egrave; cos&igrave; in grado di intervenire in supporto del motore endotermico, con un boost di potenza di 12 kWh e 65 Nm di coppia. Interessante, poi, il fatto che in Toyota abbiano studiato in maniera molto attenta il posizionamento delle varie componenti elettriche, per non compromettere la capacit&agrave; di guado dell&rsquo;Hilux, che resta di 700 mm. Con il sistema ibrido, inoltre, debutta sul pick-up giapponese un pi&ugrave; sofisticato sistema di gestione della dinamica di marcia controllabile attraverso sei nuove modalit&agrave; di guida: Rock, Auto, Dart, Sand, Mud e Deep Snow. Dal punto di vista dinamico, le differenze con le varianti non elettrificate sono minime. Il sistema di trazione integrale, infatti, resta il medesimo, e garantisce tanto grip anche in condizioni difficili, contesti nei quali la possibilit&agrave; di poter contare su un po&rsquo; di coppia in pi&ugrave;, di sicuro aiuta. Cos&igrave; come di aiuto &egrave; la riduzione del regime del minimo del 20%, che passando da 720 a 600 giri al minuto, rende pi&ugrave; facile la gestione delle partenze soprattutto offroad. Per quanto concerne i consumi, stando a quanto dichiarato da Toyota, il sistema ibrido &egrave; in grado di assicurarne un contenimento nell&rsquo;ordine del 5%. Tre gli allestimenti disponibili, con prezzi a partire da 44.300 euro, iva esclusa. Hilux GR Sport II La seconda novit&agrave;, come dicevamo, &egrave; rappresentata dalla versione GR Sport II, che modifica non soltanto lo stile dell&rsquo;Hilux, ma anche parte della meccanica. Le dimensioni restano praticamente le stesse, con una lunghezza di 5,32 metri, per 1,90 metri di larghezza. A cambiare &egrave; il paraurti anteriore, che oltre a puntare su un look pi&ugrave; aggressivo, migliora anche l&rsquo;angolo di attacco, che si attesta sui 30 gradi. Per garantire prestazioni migliori lontano dall&rsquo;asfalto, poi, le carreggiate sono state allargate di 135 mm all&rsquo;anteriore e di 155 mm al posteriore. Ma non &egrave; tutto. La GR Sport II porta al debutto anche alcune interessanti novit&agrave; tecniche. Tra queste spiccano le sospensioni dalla taratura specifica con molle rosse e i dischi dei freni maggiorati, che all&rsquo;anteriore sono morsi da una pinza in monoblocco a quattro pompanti. Dedicati anche i cerchi in alluminio da 17 pollici. Il propulsore resta il 2.8 Diesel da 204 cv, che qui, per&ograve;, non viene proposto in abbinamento al sistema ibrido a 48 Volt. Le modifiche tecniche si traducono in un notevole miglioramento delle capacit&agrave; fuoristradistiche dell&rsquo;Hilux. Sui tratti pi&ugrave; sconnessi e lenti il livello di motricit&agrave; resta quello della variante a 48 Volt, ma &egrave; quando il percorso si fa pi&ugrave; veloce che si apprezza davvero la GR Sport II. Alle alte velocit&agrave;, invece, digerisce in modo molto pi&ugrave; efficace le varie asperit&agrave; del fondo, risultando cos&igrave; molto pi&ugrave; stabile e precisa e anzi, invogliando ad aumentare sempre pi&ugrave; il ritmo. Il tutto ad un prezzo di listino di 51.800 euro, iva esclusa.       

Il pick-up del Costruttore giapponese si aggiorna e accoglie a listino una variante ibrida a 48 Volt che permette di contenere i consumi e la GR Sport II, pensata per chi invece cerca il massimo delle prestazioni offroad

Toyota Hilux, pick-up inarrestabile e anche ibrido

        Una vettura d'epoca molto amata, la prima serie della Fiat Panda 4x4, sta per essere messa all'asta da RM Sothebys il 20 aprile. Ci&ograve; che la rende speciale &egrave; il suo primo proprietario: Gianni Agnelli, ex presidente di Fiat, che la utilizz&ograve; per circa quindici anni. L'interesse per questo esemplare mantenuto in perfette condizioni &egrave; elevato.  Panda 4x4: un utilizzo esclusivo tra le montagne La passione e la posizione di Angelli hanno portato a questa vettura. Oltre a vetture speciali create su misura, l'Avvocato apprezzava spostarsi con la sua Fiat Panda 4x4. La usava principalmente per le gite invernali a St. Moritz. Quaranta anni fa, mentre oggi dominano i Suv di lusso, uno degli uomini pi&ugrave; facoltosi d'Europa guidava una semplice utilitaria. Ristrutturazione completa per la piccola Fiat Venduta da Agnelli nel 2001, due anni prima della sua scomparsa, l'auto pass&ograve; per altri tre proprietari prima di arrivare all'attuale circa cinque anni fa. I segni del tempo sono stati quasi del tutto eliminati grazie a un restauro profondo. Questo riport&ograve; la vettura alle condizioni attuali, con lavori terminati all'inizio del 2025. Il risultato &egrave; visibile nelle immagini: Lo stato di conservazione &egrave; buono. Dettagli e valore di un pezzo unico Spiccano la carrozzeria in argento metallizzato e gli interni neri. Contesto originale, proprio questo racconta il prezzo elevato per una utilitaria, seppur speciale, con quasi quarant'anni di storia. Attualmente, non esistono molte Fiat Panda 4x4 con un restauro cos&igrave; completo e il plus del primo prorpietario &egrave; speciale. Il prezzo d'asta oscilla tra i 20.000 e i 40.000 euro, senza riserva. Alcuni analisti ipotizzano che potrebbe essere aggiudicata a una cifra superiore. Sar&agrave; davvero cos&igrave;? Potrebbe interessarti: Fiat 500 ibrida, ecco quante se ne faranno a Mirafiori e da quando&nbsp;       

Icona storica delle quattro ruote riportata all&rsquo;antico splendore. Un pezzo unico: ne vale la pena?

Retro-mania, è follia Fiat Panda 4x4 dell’Avvocato a 40mila?

        L&rsquo;alleanza tra Renault e Nissan si evolve con nuove strategie e una riorganizzazione delle attivit&agrave; in India. Renault acquisir&agrave; il 51% di Renault Nissan Automotive India Private Ltd (RNAIPL), diventandone l&rsquo;unico proprietario. Nissan manterr&agrave; una presenza strategica nel Paese, puntando sull&rsquo;espansione commerciale e sulla produzione di nuovi veicoli. L&rsquo;operazione rafforzer&agrave; la competitivit&agrave; del Marchio francese nel mercato asiatico. Nel quadro del rinnovato accordo, Nissan ha scelto Renault come partner per la progettazione e la produzione di una citycar basata sulla Renault Twingo. Il veicolo, sviluppato da Nissan, sar&agrave; prodotto in India e destinato ai mercati emergenti. Parallelamente, i due gruppi riorganizzano la loro partecipazione azionaria, riducendo il lock-up dal 15% al 10%, e Nissan rinuncia all&rsquo;investimento in Ampere.  Renault-Nissan: nuove strategie per un&rsquo;alleanza pi&ugrave; flessibile L&rsquo;accordo prevede un modello operativo pi&ugrave; agile. Nissan continuer&agrave; a utilizzare RNAIPL per la produzione e l&rsquo;export, mentre Renault accelerer&agrave; il piano di espansione in India. L&rsquo;obiettivo &egrave; ottimizzare la capacit&agrave; produttiva dello stabilimento di Chennai, che supera le 400.000 unit&agrave; annue. Renault integrer&agrave; RNAIPL nei propri bilanci e lancer&agrave; quattro nuovi veicoli su piattaforma CMF-B a partire dal 2025. Ivan Espinosa, CEO Nissan, sottolinea che l&rsquo;azienda punta a un business pi&ugrave; efficiente, mantenendo solida la presenza nel mercato indiano. Luca De Meo, CEO Renault, ribadisce l&rsquo;interesse del gruppo nel supportare Nissan verso una crescita pi&ugrave; rapida e strutturata. Il mercato indiano diventa quindi un pilastro per la strategia dei due Marchi. Potrebbe interessarti: Fiat 500 ibrida, ecco quante se ne faranno a Mirafiori e da quando&nbsp;       

Le due Case avviano un nuovo progetto congiunto e rivedono l&rsquo;alleanza: Nissan esce da Ampere e ridefinisce la joint venture in India

Renault Twingo avrà una gemella Nissan

        I tempi per l&rsquo;avvio della produzione della Fiat 500 ibrida a Mirafiori, Jean-Philippe Imparato, li aveva gi&agrave; illustrati durante l&rsquo;audizione parlamentare di John Elkann: si partir&agrave; a novembre. Stabilimento pronto, con le linee adattate e la componentistica necessaria in arrivo dalla filiera, per un modello chiamato a sviluppare ben altri volumi produttivi rispetto a quanto assicurato dalla Fiat 500e. Intervenendo a un convegno a Torino, organizzato da Forza Italia presso il Museo dell&rsquo;Automobile, il responsabile dell&rsquo;area Europa di Stellantis ha&nbsp; confermato le tempistiche e ha aggiunto un dettaglio non secondario: quante auto in pi&ugrave; verranno prodotte a Mirafiori. &ldquo;A novembre inizia la produzione dell&rsquo;ibrida, dar&agrave; 130 mila macchine in pi&ugrave; rispetto alla situazione attuale. Risolver&agrave; il problema di Mirafiori, non voglio passare la vita con la cassa integrazione&rdquo;. Quante Fiat 500e e Hybrid si vendono? I numeri dello stabilimento hanno registrato i volumi produttivi maggiori di Fiat 500e nel 2022, quando le vendite hanno superato le 66 mila unit&agrave;. Da allora un continuo calo della domanda, fino a meno di 26 mila esemplari assemblati nel 2024. Quanto alla domanda sulla Fiat 500 Hybrid, la generazione uscente prodotta in Polonia fino a met&agrave; 2024 ha totalizzato su tutti i mercati nei quali &egrave; stata commercializzata&nbsp;oltre 180 mila auto vendute nel 2022. Questi i riferimenti migliori realizzati negli ultimi anni.&nbsp; Nel mentre, lo scenario del mercato &egrave; cambiato sostanzialmente, l&rsquo;assenza di incentivi sulle elettriche ha contribuito alla frenata della domanda europea sulle elettriche. Resta poi da scoprire il posizionamento della nuova 500 ibrida, che nascer&agrave; sulla piattaforma modificata della 500e. Posizionamento di prezzo della 500 Hybrid che avr&agrave; un peso decisivo nello stimolare la domanda sui mercati europei. I dazi un problema per la componentistica Produzione a parte, Imparato si &egrave; espresso anche sull&rsquo;impatto dei dazi statunitensi: &ldquo;In America ovviamente ci sar&agrave; un impatto, dovremo agire velocemente e gli amici americani stanno facendo di tutto per compensare l&rsquo;effetto dei dazi sul nostro business. Avr&agrave; un impatto anche sulla componentistica europea e, soprattutto, italiana. I colleghi fornitori della componentistica dovranno gestire il problema dazi, perch&eacute; dovrete mandare pezzi ai tedeschi che vogliono esportare in America. Il problema sar&agrave; importante a livello mondiale ed europeo&rdquo;.       

La citycar mild hybrid ha raggiunto le 180 mila unit&agrave; vendute nel 2022 e Jean Philippe Imparato delinea i volumi produttivi che sono previsti a Mirafiori: "Non voglio passare la vita con la cassa integrazione"

Fiat 500 ibrida, ecco quante se ne faranno a Mirafiori e da quando

        Auto Moto Turin Show 2025&nbsp;si terr&agrave; dal 4 al 6 aprile presso il Padiglione 3 di Lingotto Fiere. L'evento promette una completa immersione nel mondo dei motori. Saranno presenti presentazioni&nbsp;e simulatori di guida. La seconda edizione promette un'esperienza coinvolgente tra emozioni, tecnologia e spettacolo. Ci&ograve; sar&agrave; possibile grazie a marchi prestigiosi ed esclusive. Molti mezzi inediti saranno visibili durante i tre giorni della manifestazione. Tesla esporr&agrave; la nuova Model Y, rinnovata internamente ed esternamente. Sar&agrave; disponibile anche per prove su strada. Accanto a essa, il pubblico potr&agrave; ammirare Cybertruck. Questo imponente pick-up americano dalle forme originali &egrave; inatteso sul mercato europeo. Mostrer&agrave; i suoi interni futuristici. La Scuderia Milanese Grassi presenter&agrave; l'evoluzione della 044S. Questa vettura &egrave; un omaggio alle leggendarie auto del Rally Gruppo B. Sar&agrave; prodotta in soli 44 esemplari. Novit&agrave; e tradizione a Torino Il marchio torinese Kimera porter&agrave; la EVO38 allo show. Questa &egrave; una supercar a trazione integrale realizzata in 38 unit&agrave;. Fa parte di una serie dal design distintivo. Anche lo storico brand Giannini sar&agrave; presente con Maestri Design. Insieme sveleranno la Spettacolo. Questa &egrave; una nuova supercar compatta. Segna il ritorno del marchio romano come costruttore di sportive. Ampio spazio sar&agrave; dedicato ai mezzi da lavoro storici della Fondazione Marazzato. La Fondazione esporr&agrave; la Fiat 682. Saranno presenti anche una stazione di servizio Agip e un motocarro Ercole restaurato. Inoltre, la Fiat 600 Zagato della Fondazione sar&agrave; ospite allo stand ASI. Sar&agrave; parte di una rassegna celebrativa dedicata a questo veicolo italiano. Omaggio al passato Proprio la 600, icona della motorizzazione italiana, compie 70 anni nel 2025. Sar&agrave; celebrata dall'Automotoclub Storico Italiano. Alberto Scuro, presidente ASI, si dichiara "felice che Auto Moto Turin Show stia crescendo anno dopo anno". Apprezza la valorizzazione della storia dei motori. Ci sar&agrave; una mostra speciale sulla Fiat 600. Scuro la definisce "un esemplare nato a Torino che ha motorizzato l'Italia intera negli anni del boom economico".  L'Automobile Club Torino dedicher&agrave; il suo stand allo AMTS alla Cesana-Sestriere. Questa &egrave; una cronoscalata valida per i titoli Europeo e Italiano Velocit&agrave; in Salita Autostoriche. L'AC Torino cura tale evento dal 1961. Saranno esposte dodici auto iconiche. Hanno partecipato a gare e rally. Il presidente Piergiorgio Re commenta questo aspetto. In collaborazione con il Museo dell&rsquo;Automobile di Torino, si potr&agrave; ammirare la Cisitalia 202 SMM &ldquo;Nuvolari&rdquo; del 1947. Essa &egrave; caratterizzata da un design originale. L&rsquo;ente Heritage di Stellantis porter&agrave; allo AMTS quattro rari esemplari. Essi provengono dal suo Heritage Hub di Mirafiori. Tra questi figurano la Delta S4 Stradale e una monoposto F1 "sperimentale" Alfa Romeo. Emozioni e tecnologia Saranno esposti anche il prototipo Abarth 124 Rally (2016) e la FIAT 500 Coup&eacute; Zagato. Allo stand Heritage, sabato 5 aprile, si terr&agrave; la presentazione della quarta edizione del Festival Car. Questo &egrave; un concorso d&rsquo;eleganza di Revigliasco Torinese. AMTS offrir&agrave; anche un'area dedicata ai simulatori di guida e videogames. Sar&agrave; un vero paradiso per gli appassionati di motori e tecnologia. Saranno presenti postazioni con simulatori di ultima generazione. Tra questi spiccano il simulatore RPS Racing con esperienza Lamborghini e i simulatori Sparco. I visitatori potranno cimentarsi in sfide virtuali. I biglietti avranno un costo di 18 euro online. Il prezzo in loco sar&agrave; di 20 euro per l'intero. Potrebbe interessarti: Alfa Romeo Junior Q4, Il Biscione per tutti i terreni&nbsp;       

Tesla, Cybertruck, Kimera, Giannini. Celebra la Fiat 600 e ammira auto storiche. Simulatori per tutti: ecco cosa vedere e quanto costano i biglietti&nbsp;

AMTS Torino 2025, anteprime auto e moto, veicoli storici e...

La replica del presidente Elkann agli interventi dei parlamentari in Commissione Attivit&agrave; produttive ha toccato pi&ugrave; punti strategici, tra certezze normative, livelli di produzione, incertezza del mercato e le sfide dei dazi e della concorrenza cinese. Ecco i passaggi chiave.  Strategie industriali europee, tra industria bellica e industria dell&#39;auto  &quot;Riteniamo che non ci sia una scelta tra l&#39;industria bellica o l&#39;industria dell&#39;auto. Cina e Stati Uniti ci stanno dimostrando che si possano avere due industrie forti come ce l&#39;hanno. Riteniamo che il futuro dell&#39;auto sia quello che i paesi, l&#39;Unione Europea decideranno in termini politica industriale. Dove considerano che sia importante mettere le risorse, mettere le energie.  Elettrico e libert&agrave; di scelta per i consumatori  &quot;Sul tema legato a come si fa a rispettare quelli che sono gli obiettivi ambientali e gli obiettivi economici e sociali. Noi pensiamo che il cliente &egrave; la persona per cui lavoriamo. Dobbiamo fare in modo che il cliente possa avere dei prodotti che ha voglia di comprare. L&#39;onorevole Appendino, che &egrave; stata sindaca di Torino, ricorda bene che ci fu all&#39;epoca dal governo Conte una grande spinta a l&#39;elettrico e noi abbiamo investito e non enormi risorse a Mirafiori per fare la 500 elettrica. All&#39;epoca c&#39;era intenzione di sostenere il mercato delle auto elettriche. Cos&igrave; non &egrave; avvenuto, in Italia si vende il 4% di macchine elettriche, se ne vendono il doppio in Belgio.  Riteniamo che si possano raggiungere i vincoli ambientali, quelli sociali economici se uno non crea dei meccanismi che obbligano i clienti a comprare macchine che loro non vogliono&quot;.  Le certezze chieste alla politica  &quot;Quando si parla di quello che un&#39;impresa come la nostra vorrebbe nel rapporto con chi ci governa e chi ci regola &egrave; certezze. Certezze di potere operare. Il senatore Calenda ha ricordato gli obiettivi quest&#39;anno di riuscire ad ottenere un 20% di macchine vendute elettriche: &egrave; quello per cui ci siamo preparati. Jean-Philippe (Imparato; ndr) ha passato tutto il mese di dicembre e gennaio a preparare la nostra rete, i nostri impianti produttivi a quell&#39;obiettivo per trovarci poi inizio marzo a dovere cambiare tutto.  Dunque questa &egrave; la richiesta che facciamo: chiediamo certezze perch&eacute; cos&igrave; &egrave; pi&ugrave; facile fare il nostro mestiere e potere fare prodotti, come vi abbiamo fatto vedere, che diano la possibilit&agrave; ai nostri clienti di scegliere.  &nbsp;  Produzione italiana e domanda  &quot;In 20 anni siamo riusciti, su un mercato che &egrave; sceso del 30%, a ri-orientare quello che noi facciamo in Italia. Nel 2026 ci saranno 10 lanci di prodotti. Dunque, ha ragione il senatore Calenda - che tra l&#39;altro ha lavorato con noi e conosce bene il nostro settore -: &egrave; molto difficile prevedere quanto produci perch&eacute; non sai quanto vendi. Quello che noi sappiamo &egrave; il numero di prodotti che faremo.  Dunque, facendo pi&ugrave; prodotti riteniamo che ci sar&agrave; la possibilit&agrave; di vendere pi&ugrave; automobili e di conseguenza produrre pi&ugrave; automobili. Il 2025, come lo abbiamo detto, rimane un anno difficile&quot;.  Fiat 500 ibrida  &quot;La 500 ibrida &egrave; sicuramente un prodotto che potr&agrave; dare grandi soddisfazioni ai nostri clienti e anche rispondere a quelli che sono i temi ambientali. Perch&eacute; ripeto, invece di concentrarci sul mercato del nuovo, che oggi &egrave; un mercato in Europa che sta andando verso 14 milioni, &egrave; meglio concentrarci su come possiamo lavorare su quello che &egrave; il parco circolante.   L&#39;Italia in Europa ha il parco circolante con maggior anzianit&agrave;. Le nostre Pandine sono molto meglio delle Punto termiche con degli Euro 3 che oggi continuano a circolare in Italia&quot;.  Competitivit&agrave; producendo in Italia, l&#39;esempio dei veicoli commerciali  &quot;Il mondo dei veicoli commerciali di cui vi abbiamo parlato e di cui siamo molto orgogliosi, per quello che facciamo, dimostra quanto si possa fare concretamente in Italia. Abbiamo un&#39;attivit&agrave; che esporta per pi&ugrave; dell&#39;80%. Come ha detto Jean Philippe, c&#39;&egrave; un grande lavoro per cercare di fare in modo di rimanere competitivi: &egrave; una nostra prerogativa come azienda. Noi dobbiamo cercare di fare in modo che i prodotti che produciamo siano migliori e a prezzi migliori rispetto alla nostra concorrenza&quot;.  Quanto costa fare una macchina in Italia  Jean Philippe Imparato, responsabile regione Europa di Stellantis, ha tratteggiato le differenze di costo della produzione in Italia e l&#39;impatto del fattore energetico.  &quot;Fare una macchina in Spagna mi costa 516 euro. Fare una macchina in Italia mi costa esattamente 1400 euro. Pi&ugrave; o meno &egrave; ordine di grandezza, lo scarto tra noi in Italia rispetto agli altri. Quindi, io direi che il punto chiave - che avete per altro evocato - &egrave; quello di un&#39;azione sull&#39;energia .  Rispetto ai cinesi abbiamo tra il 30 e il 40% di differenza. A livello dei veicoli commerciali, adesso possiamo combattere. Sto creando un gruppo di lavoro per lavorare sulla prossima generazione di Ducato, abbiamo chiamato questo progetto Smart Cost Killer. Cosa vuol dire? Vuol dire che devo produrre delle macchine che siano a livello di un Maxis per esempio, che &egrave; davanti a noi; vuol dire che dobbiamo tagliare qualcosa come 10.000 euro di costo per macchina. Questa &egrave; l&#39;importanza delle cose che dobbiamo fare, ovviamente facendo una progettazione efficiente sui costi&quot;.  Competenze dei cinesi sull&#39;elettrico  Elkann: &quot;Riteniamo che la batteria sia una tecnologia importante perch&eacute; rappresenta il 40% del costo, per&ograve; riteniamo di poter fare delle macchine, come facciamo, con delle batterie da produttori asiatici - sudcoreani e cinesi, nel nostro caso -. Crediamo che questi produttori potranno, se ci saranno le condizioni, fare anche queste batterie in Europa e potranno farle anche per l&#39;industria europea. I nostri concorrenti cinesi sono molto capaci e abbiamo molto da imparare da loro&quot;.  Gigafactory, nessuno scenario su Termoli  &quot;La realt&agrave; di uno stabilimento che faccia batterie come quello che ACC sta studiando &egrave; molto difficile. I nostri soci in ACC, soprattutto Total Energy, si sono espressi pubblicamente sul fatto che loro in questo momento di incertezza sul mercato preferiscano temporeggiare e dare priorit&agrave; a quella che &egrave; l&#39;unica fabbrica, l&#39;unica Gigafactory: &egrave; in Francia dove il governo francese ha messo delle risorse estremamente importanti per poterla fare&quot;.  Tema dazi e impatto sulla produzione  &quot;Noi ci noi ci stiamo preparando a un mondo in cui le regole stanno cambiando e, indubbiamente, quello che decider&agrave; l&#39;amministrazione Trump sui dazi avr&agrave; un impatto su quello che noi produciamo in Europa, produciamo in Italia e vendiamo negli Stati Uniti.  Torno dal Brasile, dove sono stato la settimana scorsa. Il Brasile ha definito negli anni una politica nella quale ha voluto sviluppare il suo mercato interno realizzando tecnologie proprie: dall&#39;etanolo a carburanti derivati, sviluppando un&#39;industria dell&#39;auto importante.  Noi celebreremo 50 anni di presenza l&#39;anno prossimo, siamo leader di mercato in Brasile e in Sud America e pensiamo che forse il mondo si sta orientando a essere pi&ugrave; come il Brasile nel nostro settore che non come l&#39;Unione Europea&quot;.  Auto elettriche e difficolt&agrave; italiane  Antonella Bruno, responsabile delle attivit&agrave; commerciali in Italia, ha presentato ai parlamentari gli ostacoli sulla domanda dell&#39;elettrico in Italia, dalla prospettiva del Gruppo Stellantis. &quot;Il tema dell&#39;infrastruttura &egrave; una barriera all&#39;ingresso dell&#39;eletrico, sia in termini di volumi disponibili sul territorio, ma anche in termini di distribuzione capillare sul territorio. Poi emerge un termine di competitivit&agrave;, perch&eacute; lo abbiamo detto: il 45% del costo di un&#39;auto elettrica &egrave; rappresentato dalla batteria. Quindi l&#39;accessibilit&agrave; dal punto di vista del cliente a un&#39;auto elettrica, in questo momento &egrave; molto pi&ugrave; complicata.  Oggi in Italia il 40% delle vetture vendute, sono vetture ibride e grazie alle nostre piattaforme flessibili, possiamo dare al cliente la possibilit&agrave; di scelta tra elettrico, termico o ibrido&quot;.&nbsp; 

Confermato gli impegni gi&agrave; espressi dal Piano Italia, il presidente Stellantis ha replicato ai parlamentari delle Commissioni Attivit&agrave; Produttive sui punti cruciali della produzione italiana ed europea di auto

Elkann, l&#39;audizione parlamentare in punti: dazi, costo dell&#39;energia, produzione

Da un lato, l&#39;elenco degli impegni gi&agrave; annunciati da Stellantis lo scorso dicembre, quando il Tavolo di lavoro presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy si concluse con la presentazione del Piano Italia. Dall&#39;altro, numeri per elencare l&#39;apporto di Stellantis dato al tessuto industriale italiano, rispetto alla fase di profonda crisi in cui versava Fiat nel 2004: &quot;Spero che da oggi e con il bilancio dare/avere tra il paese e l&#39;azienda, non sia pi&ugrave; un tema divisivo. Ma un&#39;opportunit&agrave; per continuare questo percorso virtuoso insieme che dura da pi&ugrave; di 125 anni orgogliosamente con l&#39;Italia&quot;.  Produzione europea e necessit&agrave; di un norme chiare  Poi, le prospettive sul futuro, di una produzione automobilistica che sar&agrave; legata alla domanda del mercato, un mercato che nei prossimi 20 anni vedr&agrave; soprattutto la presenza di auto elettriche: &quot;Cina e Stati Uniti stanno definendo una politica industriale per l&#39;auto con normative e risorse orientate a raggiungere i loro interessi nazionali. Noi auspichiamo che ci&ograve; possa accadere presto anche in Europa perch&eacute; nel nostro mestiere abbiamo bisogno di un quadro chiaro&quot;.  Cos&igrave; John Elkann, in uno dei passaggi dell&#39;intervento introduttivo davanti alle Commissioni Attivit&agrave; produttive di Camera e Senato. Un incontro al quale si &egrave; presentato accompagnato da Jean Philippe Imparato, responsabile regione Europa di Stellantis, Antonella Bruno, responsabile delle attivit&agrave; commerciali in Italia, Santo Ficili, a.d. Alfa Romeo e Maserati, Monica Genovese, responsabile Acquisti parte Powertrain.&nbsp;  La produzione italiana confermata&nbsp;  Ai rappresentanti dei Gruppi parlamentari ha illustrato gli impegni industriali gi&agrave; noti con il Piano Italia, specificando la produzione dei 7 modelli su architettura STLA Medium a Melfi. Si faranno 5 modelli a marchio Jeep e DS, due a marchio Lancia. Saranno auto ibride ed elettriche, dalla DS N&deg;8 e Jeep Compass previste quest&#39;anno, alla DS N&deg;7 e Lancia Gamma nel 2026. A Cassino si faranno le nuove Stelvio e Giulia.  Quanto a Mirafiori, &egrave; stato confermato l&#39;avvio della produzione a novembre per la Fiat 500 ibrida, accanto alla produzione della 500E e la realizzazione dei cambi elettrificati e-DCT, con una capacit&agrave; produttiva fino a 600 mila unit&agrave;.&nbsp;  Cambi elettrificati e ibride  &quot;Questa tecnologia la stiamo portando avanti e se uno guarda alla prossima generazione, stiamo parlando di modelli con emissioni sotto i 100 g di CO2 per km, ossia una riduzione del 20% rispetto ai motori ibridi di oggi&quot;, ha anticipato Elkann.  Se gli impegni industriali erano gi&agrave; chiari, resta l&#39;incertezza del contesto globale, a cominciare dalle dinamiche sui dazi previsti dagli Stati Uniti, che potrebbero impattare sulle vendite di Alfa Romeo e Maserati.  Contrazione del mercato dell&#39;auto e produzione  &quot;Il mercato mondiale degli autoveicoli conta circa 80 milioni di unit&agrave; vendute nel 2024. La Cina occupa il primo posto con 30 milioni seguita dagli Stati Uniti a 16 milioni e dall&#39;Unione Europea a 15 milioni. Rispetto a 20 anni fa, le vendite in Cina sono esplose quattro volte, un aumento del 400%. Negli Stati Uniti sono leggermente diminuite del 5%. In Europa sono calate del 12 e in Italia del 30%. Se oggi in Europa e in Italia si producano meno autovetture &egrave; una conseguenza della contrazione del mercato di questi ultimi 20 anni.  Analogamente, l&#39;aumento della produzione in Europa e in Italia, nel prossimo ventennio, dipender&agrave; dalla crescita del mercato che sar&agrave; sempre pi&ugrave; elettrico&quot;, ha dichiarato Elkann.  Auto elettriche, produzione e costi dell&#39;energia  Tema spinoso, quello della transizione energetica e delle precondizioni per essere competitivi su un terreno che vede i costruttori cinesi in posizione di vantaggio competitivo, specialmente sul tema dell&#39;approvvigionamento delle materie prime necessarie alle batterie, per il know how nella loro produzione e per i costi inferiori di produzione.&nbsp;  &quot;Vorrei approfondire con voi due elementi chiave per lo sviluppo del nostro settore in Europa. Il primo, i fattori di competitivit&agrave; per la produzione di macchine elettriche. Il secondo, la regolamentazione ambientale ed energetica.&nbsp;  Sulla competitivit&agrave;, vorrei soffermarmi su due aspetti. I costi di trasformazione industriale e lo sviluppo tecnologico delle batterie europee. I produttori automobilistici europei stanno affrontando uno svantaggio strutturale rispetto ai loro concorrenti cinesi, pari al 40% del costo manufatturiero complessivo. In particolare, i prezzi dell&#39;energia dei paesi produttori di auto europei risultano cinque volte pi&ugrave; alti di quelli cinesi.&nbsp;  Bisogna inoltre rammentare che, per quanto riguarda una Giga Factory, il consumo di energia necessario &egrave; 10 volte superiore a quello di uno stabilimento produttivo di autovetture. Per questa ragione, l&#39;Europa dovrebbe far scendere i prezzi dell&#39;energia a valori competitivi globali e di mantenerli a livelli costanti e prevedibili.  Per ridurre questi vari occorre agire sia sul mix di fonti energetiche, sui loro costi e sull&#39;imposizione fiscale a livello nazionale sia sull&#39;adozione di misure che favoriscano l&#39;autogenerazione di energia rinnovabile a livello di impianto produttivo&quot;, ha proseguito Elkann nel corso dell&#39;audizione.  &quot;Quello che oggi manca &egrave; un sentiero chiaro e definito delle misure energetiche necessarie a garantire la competitivit&agrave; del settore in Europa e il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilit&agrave;&quot;.  Il tema Gigafactory ha visto un passaggio sul progetto di Termoli, messo &quot;in pausa&quot; da parte di ACC e Stellantis. &quot;Oggi sono attive 263 Giga Factory in tutto il mondo, 214 sono localizzate in Cina, 13 in Europa, di cui sette sono asiatiche. Le aziende cinesi e asiatiche hanno il primato del mercato, non solo in termini di produzioni, ma soprattutto di tecnologia. Inoltre, non controlliamo l&#39;estrazione e la raffinazione dei materiali critici necessari per la produzione. L&#39;impegno della Commissione Europea di mettere a disposizione 1.8 miliardi di euro con l&#39;action plan per produrre batterie a livello europeo &egrave; uno sforzo iniziale, ma non sufficiente a colmare il divario con la Cina e l&#39;Asia&quot;. 

Nel corso dell&#39;audizione parlamentare, il presidente Elkann ha ripercorso cifre e volumi della produzione Fiat nel 2004 e il supporto dato da Stellantis. Sul futuro chiede la riduzione dei costi energetici

Elkann, gli impegni Stellantis in Italia e il futuro: &quot;Produzione legata alla crescita del mercato&quot;

La leggendaria Renault 5 Turbo ritorna in una nuova veste tutta elettrica e con più di 500 cavalli. Guarda qui tutto quello che c'è da sapere sulla nuova Renault 5 Turbo 3E. Video di Alberto Sabbatini

Renault 5 Turbo 3E, elettrica cattivissima

Mazda CX-60 si rinnova per il 2025 con alcuni cambiamenti estetici, ma soprattutto tecnici. Il Suv di segmento C, infatti, eleva ulteriormente la dinamica di guida con affinamenti a comparto sospensioni e un &ldquo;fine tuning&rdquo; del sistema di stabilizzazione KPC in modo da supportare il nuovo assetto. Disponibile sia in versione diesel mild-hybrid che ibrida plug-in, abbiamo avuto l&rsquo;occasione di testarla sulle strade della Spagna - tra percorsi urbani, autostrade e passi montuosi - partendo da Madrid.  Mazda CX-60 2025, il Suv premium si rinnova  Pochi i cambiamenti estetici rispetto alla precedente, con forme fedeli alla filosofia Kodo ed estetica possente ed elegante. La silhouette, caratterizzata dal lungo cofano e dal tetto leggermente spiovente, esprime una forte personalit&agrave;, mentre la nuova tinta Zircon Sand Metallic &ndash; visibile nelle immagini - aggiunge un tocco esclusivo alla gamma colori. I dettagli premium si ritrovano anche in abitacolo, con materiali di alta qualit&agrave;: oltre all&rsquo;abbinamento di pelle Nappa, legno d&rsquo;acero e rivestimenti che richiamano l&rsquo;arte giapponese dell&rsquo;allestimento top Takumi, quello Homura Plus introduce interni pi&ugrave; sportivi, con pelle nera impreziosita da elementi in oro (impunture e stripe centrali delle sedute) e inserti in simil legno scuro. La qualit&agrave; percepita &egrave; elevata, cos&igrave; come il livello di tecnologia, con doppio schermo per strumentazione e infotainment (volutamente non touch e compatibile con Apple e Android wireless) e head-up display.  Due &quot;anime&quot;: diesel mild-hybrid e benzina PHEV    Come confermato ad Auto da Christian Schultze, direttore ricerca e operazioni di Mazda Motor Europe, il costruttore continua a puntare su un approccio &ldquo;multi-soluzione&rdquo;, proponendo la CX-60 con due diverse motorizzazioni &ndash; comunque nell&rsquo;ottica del &ldquo;right-sizing&rdquo; in base alle esigenze del cliente. Il sei cilindri diesel da 3,3 litri e-Skyactiv D, abbinato a trasmissione automatica a otto rapporti e disponibile in versione 200 cv a trazione posteriore e 249 cv a trazione integrale AWD, utilizza un sistema mild-hybrid a 48V per migliorare l&rsquo;efficienza ed &egrave; la scelta ideale per chi affronta lunghe percorrenze. Dall&rsquo;altra parte troviamo il powertrain ibrido plug-in e-Skyactiv PHEV, che abbina un quattro cilindri 2.5 benzina a un motore elettrico da 129 kW, per valori complessivi di ben 327 cv e 500 Nm di coppia. Ci&ograve; rende la nuova CX-60 la vettura pi&ugrave; potente mai prodotta dalla Casa di Hiroshima, con uno 0-100 km/h coperto in 5,8 secondi. La batteria da 17,8 kWh, ricaricabile in 2 ore e 20 minuti a 7,4 kW, permette un&rsquo;autonomia elettrica fino a 64 km, perfetta per la guida urbana, con consumi dichiarati di 1,4 l/100 km ed emissioni di CO2 di soli 31-33 g/km?. Sistemi di propulsione, su carta, poco assetati. Caratteristica che possiamo confermare: il test drive ha evidenziato, cosa piuttosto rara, valori di consumo estremamente in linea con quelli dichiarati. Con una guida bilanciata, fatta di lunghe tratte extraurbane a 100/120 km/h e strade adatte per &ldquo;spingere&rdquo;, la diesel AWD da 249 cv ha riportato circa 3,6 l/100 km, pari a quasi 28 km con un litro di gasolio. La versione &ldquo;alla spina&rdquo;, invece &egrave; riuscita a raggiungere i 3,4 l/100 km, complice anche il lungo tratto percorso con la sola trazione elettrica.  Dinamica di guida superiore    La rinnovata CX-60 ci ha sorpreso anche per la sua guidabilit&agrave;. Su entrambe le motorizzazioni, il Suv si &egrave; dimostrato ancora pi&ugrave; efficace tra le curve. Merito, in primis, del rinnovato setup delle sospensioni (a doppio braccio oscillante anteriori e multilink posteriori) con soluzioni come giunti rivisti e la combinazione di molle pi&ugrave; morbide e ammortizzatori irrigiditi al retrotreno. Inoltre, la barra antirollio posteriore &egrave; stata rimossa per ridurre l&rsquo;effetto sovrasterzante senza, per&ograve;, compromettere l&rsquo;esperienza di guida complessiva. Il sistema Kinematic Posture Control (KPC), poi, massimizza l&rsquo;aderenza in curva attenuando il coricamento del corpo vettura. Come? Frenando leggermente la ruota posteriore interna si ottiene un effetto di &ldquo;schiacciamento&rdquo; del corpo vettura. Il volante, infine, &egrave; stato reso pi&ugrave; leggero, mantenendo per&ograve; feedback e progressione. Di assoluto rilievo anche la capacit&agrave; di traino: fino a 2.500 kg, un valore tra i migliori della categoria?.  Prezzi e allestimenti  Mazda CX-60 si conferma una vettura capace di coniugare comfort, tecnologia e piacere di guida. Parlando di prezzi, il C-Suv attacca il listino a 53.850 euro in versione diesel a trazione posteriore da 200 cv in allestimento Prime Line, che arrivano a circa 68mila euro per il top di gamma Takumi Plus. La AWD da 249 cv parte dall&rsquo;allestimento superiore Exclusive Line (60.350 euro) e arriva a a 71.550 per il Takumi Plus. La plug-in hybrid &egrave;, poi, proposta tra i 55.850 e i 70.200 euro.  Mazda, guarda qui tutti gli annunci dell&#39;usato 

Abbiamo provato su strada il rinnovato Suv in entrambe le motorizzazioni, 3.3 sei cilindri diesel ibrido leggero e 2.5 benzina plug-in

Prova Mazda CX-60 2025, efficienza e piacere di guida

        A Palazzo Piacentini, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il ministro Urso e la sottosegretaria Fausta Bergamotto hanno presieduto il tavolo nazionale automotive, occasione per presentare all&rsquo;intera filiera automotive, con Anfia e altre associazioni di categoria, le imprese del settore auto e della componentistica e alle parti sociali, l&rsquo;esito della trattativa sul non paper italiano in Europa per superare il Green Deal e i piani di governo sul sostegno alle imprese. Punto di svolta "Il Green Deal non ha fatto altro che accelerare la deindustrializzazione del continente. Dobbiamo immediatamente cambiare strada, pur mantenendo gli stessi obiettivi di piena decarbonizzazione" ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. "Siamo a un punto di svolta decisivo per la sopravvivenza del settore automotive in Europa, stretto tra regole folli che ne minano la competitivit&agrave; e una concorrenza globale sempre pi&ugrave; aggressiva, a cui si aggiungono le nuove criticit&agrave; derivanti dai possibili dazi americani e dalla sovrapproduzione cinese che potrebbe inondare il mercato europeo", ha spiegato Urso. "La crisi dell'auto sta travolgendo anche i produttori europei di batterie. La societ&agrave; svedese Northvolt, quella che doveva essere la pi&ugrave; grande gigafactory d'Europa, ha dichiarato bancarotta. Anche altri progetti di nuove gigafactory sono stati sospesi, come quelli di Acc in Germania e in Italia, o addirittura cancellati. Servono interventi rapidi ed efficaci, un piano gigafactory concreto e immediato, con risorse adeguate per recuperare competitivit&agrave; e garantire l'autonomia strategica del continente" L'importanza dell'Italia &ldquo;L&rsquo;Italia guida il fronte delle riforme in Europa, per rimettere sulla strada giusta l'auto europea&rdquo; ha proseguito il ministro. &ldquo;Ci siamo mossi per primi, gi&agrave; sei mesi fa. Con il nostro non-paper sul settore dell&rsquo;automotive abbiamo costretto la Commissione UE a inserire nel Piano d'Azione sull'automotive due precondizioni assolutamente necessarie, ma ancora non sufficienti: il rinvio delle sanzioni previste per il 2025, che avrebbero comportato il collasso dell&rsquo;industria europea, e l&rsquo;anticipo alla seconda met&agrave; di quest&rsquo;anno della revisione del regolamento sui veicoli leggeri, inizialmente prevista per la fine del 2026&rdquo;, ha ricordato Urso. &ldquo;Molti ritenevano che sarebbe stato impossibile e ci siamo riusciti! Ma non basta. Come ho ribadito mercoled&igrave; al Consiglio Competitivit&agrave;, il testo ufficiale resta debole e ambiguo sulla neutralit&agrave; tecnologica. Sono ancora troppe le contraddizioni. &Egrave; fondamentale che, per il raggiungimento degli obiettivi della transizione, si apra a tutte le tecnologie disponibili, a partire da biocarburanti e idrogeno. Serve poi rivedere il metodo di calcolo delle emissioni. Servono inoltre risorse adeguate a livello europeo per incentivare la produzione Made in Europe e garantire l'autonomia strategica sulle batterie elettriche. La battaglia &egrave; ancora lunga ma noi non molliamo. Sappiamo che il Sistema Italia, imprese e sindacati, sono con noi&rdquo; Via agli incentivi europei "Non rinnoveremo pi&ugrave; l&rsquo;Ecobonus, inefficace su scala nazionale. Abbiamo chiesto per primi all'Europa che un piano incentivi alla domanda sia realizzato, invece, a livello europeo". Secondo Urso, a livello europeo va incentivato "in modo omogeneo e costante l'acquisto di veicoli ecologicamente sostenibili, non necessariamente elettrici, e questa nostra indicazione si sta facendo strada a Bruxelles". I piani italiani &ldquo;La nostra priorit&agrave; &egrave; il sostegno alla componentistica, su cui grava anche la crisi produttiva delle case automobilistiche tedesche. Per questo, interveniamo a supporto della filiera, indirizzando risorse per 2,5 miliardi di euro nel triennio 2025-27, e solo per il 2025 1,6 miliardi di euro, tra accordi per l&rsquo;innovazione, contratti e mini-contratti di sviluppo e credito d&rsquo;imposta. Previsti inoltre 100 milioni per interventi mirati sulla domanda, non di autovetture, che concorderemo direttamente con la filiera&rdquo; ha affermato Urso elencando le misure messe in campo per il comparto a disposizione per il 2025. Urso, infine, ha ricordato l&rsquo;apertura, il prossimo 8 aprile, dello sportello per i Contratti di Sviluppo dedicato alle filiere strategiche, a partire dalla filiera automotive, con una dotazione di 500 milioni di euro. Riconvertire Infine, i venti di guerra fredda e la spinta a riarmo di un'Europa schiacciata tra le tensioni tra Russie e USA sul fronte ucrainio, hanno spinto il ministro Urso a spingere il settore verso la riconversione: "Siamo un governo responsabile: il nostro obiettivo &egrave; mettere in sicurezza le imprese e tutelare i lavoratori. Per questo incentiviamo le aziende della filiera automotive a diversificare e riconvertire le proprie attivit&agrave; verso settori ad alto potenziale di crescita, come la difesa, l'aerospazio, la blue economy e la cybersicurezza" ha detto. "Comparti in forte espansione e ad alta redditivit&agrave;. Cos&igrave; possiamo salvaguardare e valorizzare le competenze dei lavoratori dell'automotive" con "le loro capacit&agrave; tecniche e il capitale umano gi&agrave; formato".       

Il ministro ha presentato alla filiera e alle parti sociali come l'Italia si muover&agrave; nel post Piano d'Azione europeo per risolleverare dalla crisi il settore automotive&nbsp;

Tavolo automotive, Urso: "L’Italia guida l'Europa, per rimettere sulla strada giusta l'automotive"

        Chiuso un 2024 negativo, il 2025 di Tesla si &egrave; aperto anche peggio, registrando un forte calo dei volumi di vendita in Europa. Non va meglio in Cina, dove nel mese di febbraio ha segnato un -49% e 30.688 esemplari venduti. Tra le cause del crollo del 45% dei volumi a gennaio in Europa - solo 9.945 auto vendute contro le 18 mila di 12 mesi prima -, oltre al fattore dell'attivit&agrave; politica di Musk, vi sono, secondo gli analisti, aspetti con i quali Tesla deve fare i conti dal 2024.&nbsp; Due modelli appena mentre i rivali corrono Una gamma percepita come vetusta, di fatto con le sole Model 3 e Model Y recentemente aggiornate a fondo, deve contrastare l'avanzata di Byd, principale competitor, che della novit&agrave; di prodotti immessi sui mercati ha fatto uno dei tratti caratteristici dell'espansione degli ultimi anni.  Tesla deve affrontare, stante la debole domanda, una sovracapacit&agrave; produttiva degli impianti. Come superarla? Sono in arrivo due modelli "low cost", derivazioni di Model 3 e Model Y, che andranno a ridurre il prezzo di listino senza impattare significativamente sulle caratteristiche tecniche. Oggi, Model Y parte da 500 km di autonomia nella versione Standard range a trazione posteriore, proposta in Italia a 44.990 euro. Model 3 e Model Y entry level, alcuni indizi Rumours beninformati in arrivo dalla Cina, da 36 Krypton, media specializzato in temi tech, orientano sulle nuove versioni.&nbsp; Secondo le informazioni depositate presso il Dipartimento per l'industria in Cina, le novit&agrave; saranno caratterizzate dalla semplificazione dell'allestimento. Una mossa simile a quanto gi&agrave; offerto in Messico, ovvero, dotazioni rimaneggiate - sedili in misto pelle-tessuto anzich&eacute; pelle vegana, luci ambiente monocromatiche, assenza dello schermo per i passeggeri posteriori - cos&igrave; da contenere prezzi e possibilit&agrave; di personalizzazione.&nbsp; Sar&agrave; la strada giusta per riprendere quota nelle vendite? Tesla sconta una crisi legata ai prezzi in rapporto alle caratteristiche dei propri modelli o paga l'arretramento tecnologico percepito dagli acquirenti rispetto alla concorrenza cinese? Due temi che potrebbero trovare risposte (e risultati nei volumi di vendita) differenti sui diversi mercati dove le Model 3 e Model Y low cost verranno commercializzate.&nbsp;       

Dalla Cina emergono i dettagli di un ampliamento dell'offerta dei due principali modelli, nel tentativo di riguadagnare spinta sui volumi di vendita. Potenza, batteria e autonomia non varieranno molto

Tesla, formula low cost in arrivo su Model 3 e Y

        Una spider top performer coinvolgente e una supersportiva derivata dalle corse: due vetture di brand simbolo del miglior Made in Italy fanno sognare con il look e con il sound di un V12 da 830 cv e di un V6 da 640 cv. Le abbiamo provate entrambe, ecco come vanno. Ferrari 12Cilindri Spider, emozioni a cielo aperto Una Ferrari, nella visione popolare, &egrave; sempre stata immaginata come una berlinetta di colore rosso brillante su una filante carrozzeria coup&eacute;. Questa 12Cilindri Spider, invece, si presenta ben diversa: un sobrio color verde bottiglia opaco e soprattutto priva di tetto. O meglio, con un tettuccio in metallo apribile e ripiegabile elettricamente che in 14&rdquo; riesce a trasformarla da spider a coup&eacute; e viceversa. Ma anche se &egrave; lontana dai canoni delle Ferrari pi&ugrave; sportive, la nuova 12Cilindri Spider &egrave; senza dubbio bellissima. Una delle pi&ugrave; belle Ferrari in assoluto di questo secolo. L&rsquo;abbiamo guidata per le tortuose strade costiere del Portogallo. Anzi, pi&ugrave; che guidarla ce la siamo goduta. Perch&eacute; una Ferrari come questa Spider non si conduce semplicemente, la si apprezza e la si assapora a tetto aperto, col vento che lambisce i capelli. Di fatto &egrave; l&rsquo;unica Ferrari che sia lecito guidare anche a bassa velocit&agrave; col motore che sussurra a basso regime per apprezzarne il contatto con l&rsquo;aria aperta. Ma quando si pesta sul gas e si inserisce la mappatura &ldquo;Race&rdquo; il rombo cambia, invade l&rsquo;abitacolo con un sound fragoroso e la 12Cilindri torna ad essere una vera Ferrari.  La Spider &egrave; la versione a tetto aperto della 12Cilindri coup&eacute; lanciata qualche mese fa. Ha lo stesso muso lungo affusolatissimo e la fascia nera all&rsquo;estremit&agrave; del cofano che ricorda la mitica 365 Daytona del 1968; ma grazie all&rsquo;assenza del tetto e a quelle due &ldquo;gobbe&rdquo; prominenti dietro l&rsquo;abitacolo che profumano di retr&ograve; e fanno venire in mente le vetture sport Le Mans degli anni Cinquanta, assume una fisionomia diversa dalla coup&eacute;. Nel nome non c&rsquo;&egrave; un numero come tradizione del Cavallino. Si chiama semplicemente 12Cilindri, scritto cos&igrave; tutto attaccato, in segno di omaggio al pezzo forte di quest&rsquo;auto: il motore 12 cilindri a V di 6,5 litri che eroga 830 cavalli e 678 Nm di coppia. La potenza pi&agrave; alta mai toccata da un V12 su una Ferrari stradale... Ferrari raddoppia a Fiorano, due piste. Il Comune conferma Maserati MC20 GT2, il gusto della performance Come la sorella da corsa &egrave; nata per il campionato GT2, una serie per scuderie private e indirizzata ai gentleman driver, cos&igrave; la versione Stradale &egrave; stata pensata per fare divertire, in sicurezza, in pista anche i piloti meno scafati. Realizzando comunque una supersportiva che ai driver che sanno fare la differenza d&agrave; tutti gli strumenti per esprimersi. Questa &egrave; in sintesi la GT2 Stradale, derivata dall&rsquo;auto che ha vinto il campionato europeo GT2 nella classe AM e tra i team. La parentela nel frontale appare subito stretta: &egrave; rimasto davvero simile alla sorella da corsa. Sono state tolte solo le appendici pi&ugrave; prominenti, perch&eacute;, per ragioni di sicurezza, non avrebbero mai consentito l&rsquo;omologazione per l&rsquo;uso su strada. Anche l&rsquo;ala posteriore &egrave; stata ridimensionata ed &egrave; regolabile su tre posizioni. In basso troviamo un diffusore che aumenta l&rsquo;effetto di estrazione dell&rsquo;aria che scorre sotto al fondo piatto della scocca. Il risultato &egrave; un valore di downforce, lo schiacciamento della vettura al suolo, pari a 500 kg a 280 km/h, la MC20 si ferma a 145 kg. Questo maggior carico ha portato all&rsquo;impiego di molle degli ammortizzatori pi&ugrave; dure e leggermente pi&ugrave; alte, cos&igrave; che la vettura non diventasse troppo bassa alle alte velocit&agrave;. Un altro importante intervento per migliorare la fluidodinamica &egrave; stato l&rsquo;adozione di un cofano con sfoghi dell&rsquo;aria. &Egrave; stato sacrificato il piccolo secondo bagagliaio anteriore della MC20 per creare una canalizzazione dell&rsquo;aria per il radiatore principale, aria che viene poi indirizzata verso il parabrezza. Sui passaruota, come nelle auto da corsa, sono stati applicati sfoghi dell&rsquo;aria per ridurre la pressione interna e fare uscire l&rsquo;aria del raffreddamento dei freni catturata dalle generose bocche nel muso. Il risultato &egrave; un miglioramento del raffreddamento dei freni in pista del 40%. Abbiamo poi prese d&rsquo;aria maggiorate sopra i passaruota posteriori che, grazie alla maggiore portata d&rsquo;aria assicurata all&rsquo;aspirazione del motore e all&rsquo;intercooler determinano un miglioramento delle performance del 6%... Leggi il servizio completo sulla Ferrari 12 Cilindri Spider e sulla Maserati MC20 GT2 Stradale sul nuovo numero di Auto in edicola dal 14 marzo, oppure clicca qui per abbonarti all'edizione digitale con un super sconto in occasione dei 40 anni del magazine.       

Questo mese ci siamo messi alla guida di due vetture da sogno di due Marchi italiani al top: la Ferrari 12Cilindri Spider e la Maserati MC20 GT2 Stradale

Sul nuovo numero di Auto: Ferrari 12Cilindri e Maserati GT2, favolose emozioni

Cosa accade se installi il sei cilindri BMW B58 su un corpo vettura da utilitaria? Ad esempio, che il risultato sia la nuova Morgan Supersport.  Millecentosettanta chilogrammi di peso, 4,11 metri di lunghezza, due posti e un passo di 2,52 metri. &Egrave; la formula dell&#39;agilit&agrave;, in un design d&#39;altri tempi e rinnovato da soluzioni come l&#39;hard top in fibra di carbonio: solo 19,7 kg per una copertura pi&ugrave; solida rispetto al fascino della capote in tessuto.    Meccanica BMW da supersportiva moderna  Il progetto, come tutte le Morgan, prova a restare il pi&ugrave; possibile &quot;analogico&quot;. Certo, concede all&#39;elettronica il cambio, l&#39;eccellente automatico ZF 8 marce, abbinato ai 340&nbsp; cavalli e 500 Nm del 6-in linea 3 litri turbocompresso di BMW. L&#39;abbinata realizza prestazioni da supercar: 3&quot;9 sullo 0-100 km/h, 267 km/h di velocit&agrave; massima e optional all&#39;avanguardia.  Per chi cercasse gadget tecnologici, infotainment e orpelli simili, tutto quel che offre Morgan Supersport, tra gli optional, &egrave; il pacchetto connettivit&agrave;. Cosa offre? Una basetta di ricarica dello smartphone, il Bluetooth e il vivavoce. Stop.&nbsp;  Quanto costa la Morgan Supersport e come personalizzarla?  Altri optional attirano l&#39;attenzione degli appassionati disposti a spendere 121 mila euro al cambio attuale con la sterlina. Come il differenziale posteriore a slittamento limitato, gli inserti in legno in plancia, oppure, gli ammortizzatori Nitron regolabili su 24 click di rigidit&agrave;.  Propone una sportivit&agrave; estremamente di nicchia, Morgan Motor. Partendo dal telaio in alluminio della Plus Six del 2019, il CX, ha sviluppato un&#39;evoluzione pi&ugrave; rigida e dalla migliore reattivit&agrave; ai comandi del volante. Pesa solo 102 kg il nuovo telaio CXV, comprensivo delle culle anteriore e posteriore.&nbsp;  L&#39;affinamento della dinamica di marcia ha visto un&#39;attenzione speciale ai cerchi, che nella misura da 18 pollici pesano ben 3 kg ciascuno in meno rispetto al passato, visti i 10,8 kg dichiarati. Ancora meglio fanno i 19&quot; forgiati, da 9,7 kg per singolo cerchio. Ridurre cos&igrave; tanto le masse non sospese ha un impatto notevolissimo sul feeling al volante.  Altra novit&agrave; introdotta dalla Supersport 2025, la soluzione dei vetri laterali asportabili dalle portiere con un semplicissimo meccanismo, simile a quello impiegato per la regolazione dei poggiatesta sugli schienali. E&#39; sufficiente sbloccare dall&#39;interno dei fermi ed estrarre verso l&#39;alto le vetrature fisse per trasformare la Supersport nella pi&ugrave; pura delle roadster.  BMW M4 CS VR46, 46 unit&agrave; per i 46 anni di Valentino Rossi 

L&#39;ultima generazione della Supersport svetta per leggerezza, rigidit&agrave; del telaio e soluzioni orientate al massimo dinamismo e piacere di guida. Quanto costa guidare una roadster cos&igrave; di nicchia?

Morgan Supersport, cavalli BMW su uno stile British immortale

Il mercato delle auto usate in Italia continua a essere vulnerabile alle truffe sui contachilometri, con migliaia di acquirenti inconsapevoli che pagano un prezzo gonfiato per veicoli con chilometraggio alterato. Secondo un&#39;indagine condotta nel 2024 da carVertical, azienda leader nei report storici dei veicoli con dati raccolti da oltre 900 registri ufficiali, la manipolazione dei contachilometri resta un problema diffuso, con alcuni modelli particolarmente soggetti a questa frode.  Lea pi&ugrave; colpite dal fenomeno: BMW Serie 5 in testa    Dai dati analizzati, la BMW Serie 5 &egrave; risultata l&rsquo;auto pi&ugrave; frequentemente manomessa in Italia: l&rsquo;8,5% degli esemplari controllati aveva un chilometraggio falsificato, con una media di ben 153.000 km scalati. Seguono la Ford Mustang (8,3%), con una riduzione media di 35.000 km, e la BMW Serie 3 (8%), che perde in media 80.000 km. Risulta, quindi, evidente che le auto premium e sportive sono le pi&ugrave; esposte al fenomeno del &ldquo;rollback&rdquo;, ovvero la riduzione fraudolenta del chilometraggio, per via del loro alto valore di mercato. Inoltre, molti di questi modelli sono importati dall&rsquo;estero e successivamente &quot;ritoccati&quot; prima della rivendita in Italia.  Chilometraggi dimezzati (o peggio)  Alcuni modelli presentano, per&ograve;, una manipolazione ancora pi&ugrave; drastica. In particolare &ndash; oltre alla BMW Serie 5 gi&agrave; citata - BMW Serie 4 e Fiat Dobl&ograve; sono le vetture con il pi&ugrave; alto numero di chilometri scalati. Il &ldquo;taglio&rdquo; medio su Serie 4 si avvicina addirittura ai 220mila km (218.000). Tali numeri evidenziano come alcune vetture, dichiarate in vendita con 100.000 km, possano in realt&agrave; averne percorsi oltre il doppio, con un&rsquo;usura ben pi&ugrave; marcata di quanto il venditore lasci intendere.  I modelli meno soggetti a truffe  Non tutte le auto sono ugualmente esposte al fenomeno della falsificazione. I modelli meno colpiti nel 2024 sono stati la Renault Captur (3,6% di manomissioni), l&rsquo;Audi A5 (3,6%) e l&rsquo;Alfa Romeo Giulietta (3,7%). Tuttavia, anche su queste vetture il chilometraggio viene spesso ridotto in modo significativo: alla Captur vengono mediamente sottratti 39.000 km, all&rsquo;Audi A5 circa 77.000 km e all&rsquo;Alfa Romeo Giulietta 63.000 km. Nonostante la percentuale pi&ugrave; bassa di frodi, i potenziali acquirenti devono comunque prestare attenzione, perch&eacute; nessuna auto &egrave; realmente immune al rollback del contachilometri.  Come tutelarsi con carVertical  Dimostrare la falsificazione del chilometraggio &egrave; spesso difficile e i truffatori ne approfittano. Per questo motivo, carVertical consiglia sempre di controllare lo storico del veicolo prima dell&rsquo;acquisto. Anche il proprietario attuale potrebbe essere ignaro della manomissione, subendo in prima persona la truffa senza saperlo. Un esempio concreto &egrave; stato raccontato dal portale PassioneMotori: un acquirente interessato a una Fiat 500 Abarth usata ha deciso di verificare il chilometraggio tramite carVertical e ha scoperto che l&rsquo;auto, venduta con 50.000 km, in realt&agrave; ne aveva percorsi 130.000. Un semplice controllo ha evitato un acquisto ingannevole e costoso. 

Nel 2024 ci sono state tantissime vetture manopolae da delinquenti. Fiat, Ford, BMW e non solo: il problema riguarda molti altri marchi

Truffa del contachilometri, ecco le 20 auto pi&ugrave; manomesse

Conferme e novit&agrave; a Fiorano per la nuova pista test track di Ferrari. La struttura sar&agrave; adiacente famoso tracciato e sar&agrave; dedicatoaai modelli stradali del Cavallino Rampante. Sorger&agrave; accanto a quella storica, in via del Sagrato. L&#39;area si estender&agrave; su 120.000 metri quadrati.  Il consiglio comunale di Fiorano ha discusso la novit&agrave;. Il gruppo consiliare&nbsp;  Grazie all&#39;impegno del sindaco Marco Biagini, l&#39;intervento di Ferrari generer&agrave; benefici. Questi benefici saranno destinati alla riqualificazione urbana. Si prevede il recupero di due parchi cementificati in aree verdi.  Ferrari, investimenti e sviluppo  Dopo l&#39;e-building, continua lo sviluppo con un secondo tracciato. Questo sar&agrave; dedicato alle auto stradali.  Il nome previsto &egrave; Test Track e sar&agrave; lunga circa 2 chilometri. L&#39;impianto sar&agrave; dotato di barriere per impedire la vista dall&#39;esterno.    Sar&agrave; utilizzata per verificare le vetture prima della consegna. In questo modo si limiteranno i collaudi su strade pubbliche. Si implementer&agrave; anche il programma di sviluppo dei prototipi.  La societ&agrave; Dromo &egrave; stata incaricata del progetto. Il Test Track includer&agrave; una curva sopraelevata e un rettilineo di almeno 500 metri. Sar&agrave; possibile collegare il nuovo tracciato con il circuito originale di Fiorano.  Benefici per la comunit&agrave; di Fiorano  L&#39;iniziativa porter&agrave; alla rigenerazione urbana di Fiorano. Due parchi cementificati saranno trasformati in aree verdi.&nbsp;  Potrebbe interessarti: Ferrari Supercars, mostra epica a Maranello, dalla GTO alla F80&nbsp; 

Test track per auto stradali. Benefici per la comunit&agrave; includono parchi pubblici rinnovati

Ferrari raddoppia a Fiorano, due piste. Il Comune conferma

        Ventitr&eacute; milioni e 85 mila euro. &Egrave; il compenso percepito da Carlos Tavares nel ruolo di amministratore delegato di Stellantis nel 2024. In aggiunta, al manager portoghese verr&agrave; riconosciuto il pagamento di 12 milioni di euro quale accordo per la cessazione del rapporto, successivamente alle dimissioni presentate il primo dicembre del 2024. &Egrave; quanto emerge dal rapporto annuale (Form 20-F) che Stellantis &egrave; tenuta a presentare all'autorit&agrave; di regolamentazione della Borsa di New York, la Securities and Exchange Commission, quale multinazionale avente sede fuori dagli Stati Uniti o dal Canada.&nbsp; La buonuscita per legge e il bonus negoziato I 12 milioni euro di buonuscita riconosciuti a Tavares sono frutto, per 2 milioni, di un trattamento di cessazione del rapporto previsto dalla legge olandese, norme che Stellantis &egrave; tenuta a rispettare in quanto corporate con sede legale ad Amsterdam. Dieci milioni di euro, invece, verranno pagati al manager nel 2025 e rappresentano una delle tre tranche legate ai risultati di trasformazione centrati da Stellantis, secondo parametri fissati nell'arco temporale 2021-2025. Riscattata la prima tranche di 10 milioni a marzo 2024, Tavares incasser&agrave; la seconda quest'anno mentre la terza non sar&agrave; dovuta dal Gruppo. Gli incentivi deliberati nel 2021 Nello specifico si tratta del 2021-2025 Transformation Incentive (incentivi legati allo sviluppo e attuazione della strategia Stellantis nei settori dell'elettrificazione e dello sviluppo software) approvato nel 2021 dal Consiglio di amministrazione. Approfondendo i 4 traguardi centrati da Stellantis a fine 2024, sotto la direzione di Tavares, il Gruppo ha elencato il mix di vendite in Europa di auto a basse emissioni pari al 15% (2022), l'avvio della produzione dei motori elettrici presso Nidec PSA (2023), l'avvio della produzione del cambio eDCT (2023), il raggiungimento di oltre 15 milioni di aggiornamenti software over-the-air installati sui veicoli nell'arco di tre anni, tra 2021 e 2024.&nbsp; Nella remunerazione maturata lo scorso anno da Tavares, di 23 milioni di euro e in sostanziale calo rispetto ai 36 milioni e 494 mila euro del 2023, si contano 2 milioni di euro di stipendio di base, al quale sommare 71.224 euro in fringe benefit e incentivi di lungo termine pari a 20,5 milioni di euro. In aggiunta, 500 mila euro di benefit post pensionamento. N&eacute; Tavares n&eacute; altri executives di vertice del Gruppo hanno percepito premi legati ai risultati finanziari del Gruppo, reduce da un 2024 molto negativo, nel quale gli utili si sono attestati a 5,5 miliardi di euro e ben il 70% inferiori rispetto al 2023. L'accordo tra Tavares e Stellantis porter&agrave;, nel gennaio 2026, all'assegnazione anche di 800 mila azioni del Gruppo. Detto come il presidente John Elkann abbia percepito una remunerazione complessiva di 2,79 milioni di euro nel 2024 (4,8 milioni nel 2023). Quanto potrebbe guadagnare il nuovo a.d. Stellantis? Guardando al futuro, al successore di Tavares a capo di Stellantis, che verr&agrave; nominato dal Gruppo nei prossimi mesi, &egrave; interessante registrare la remunerazione media riconosciuta al ruolo di amministratore delegato negli ultimi 5 anni. Compresa l'annualit&agrave; 2020, relativa alle operazioni FCA e al Report sulle remunerazioni prodotto dall'allora Fiat Chrysler Automobiles, l'ammontare &egrave; stato di 22,4 milioni di euro all'anno. Si tratta di un compenso 350 volte superiore a quanto percepito dai dipendenti Stellantis nel medesimo arco temporale: 62.586 euro. FCA nel 2020 pag&ograve; 11,7 milioni di retribuzione al proprio a.d.. Approfondendo ulteriormente, lo stesso rapporto (350 volte maggiore lo stipendio dell'a.d. rispetto ai dipendenti) si &egrave; registrato nel 2024: 23,085 milioni di euro di compenso per Tavares, 65.993 euro di media tra gli oltre 259 mila dipendenti. Media, evidentemente, tra posizioni tra loro diversissime, che spaziano dai lavoratori in fabbrica alle figure manageriali.       

I compensi maturati dal manager portoghese nell'arco di 5 anni sono stati 350 volte superiori alla retribuzione media dei dipendenti Stellantis

Tavares incassa da Stellantis 12 milioni per lasciare, quanto guadagnerà il prossimo a.d.?

        Ad aprile, nello stabilimento di Mirafiori a Torino, inizieranno i lavori per la nuova Fiat 500 ibrida. L'assemblaggio &egrave; in programma per novembre. Stellantis ha in mente di concretizzare i primi prototipi a maggio. Ci&ograve; consentir&agrave; di dare il via alle attivit&agrave; di sviluppo fondamentali per l'inizio della produzione. Un intervallo di fermo per innovazione Durante tutto il mese di aprile, il sito si fermer&agrave; per permettere l'allestimento di nuove strumentazioni e le verifiche agli impianti. La realizzazione della 500 elettrica continuer&agrave; per tutto marzo e riprender&agrave; a maggio. Fondi per il Piano Italia Stellantis specifica che gli interventi rientrano nel Piano Italia, presentato al Mimit il 17 dicembre. Tale progettp mette il Belpaese al centro delle strategie del Gruppo. L'intento &egrave; incrementare i modelli in produzione, sia elettrici che ibridi. Nella sezione di carpenteria metallica, saranno eseguite modifiche alla linea del piano centrale. Si prevede l'installazione di una nuova linea con automi di saldatura. Saranno realizzati interventi anche in verniciatura, con la posa in opera di automi. Questi automi svolgeranno le operazioni di sigillatura del nuovo modello ibrido. Variazioni alla linea di montaggio L'arrivo del powertrain ibrido imporr&agrave; modifiche alla linea dove oggi si assembla il motore elettrico della 500 elettrica. Saranno collocate nuove corsie per il trasporto dei materiali.&nbsp; Salvaguardia dell'impiego e riqualificazione a Mirafiori Il piano include la protezione dei livelli occupazionali e l'avvio di iter di inserimento, ammodernamento e riqualificazione dei dipendenti. Stellantis si prefigge di difendere i posti di lavoro attraverso investimenti produttivi. Una sfida non facile. Potrebbe interessarti: abbonati ad Auto e vinci una Fiat 600 Hybrid       

I primi prototipi saranno pronti a maggio, la produzione da novembre. Investimenti Stellantis per modelli green

Nuova Fiat 500 Hybrid, grandi manovre a Mirafiori

Dal 14 dicembre 2024 &egrave; entrata in vigore una modifica importante al Codice della Strada che ridefinisce i limiti di potenza per i neopatentati, ampliando le possibilit&agrave; di scelta per chi ha appena conseguito la patente B. Il nuovo regolamento innalza il rapporto peso/potenza massimo da 55 kW/t a 75 kW/t e porta il limite assoluto di potenza da 95 cv a 105 kW (circa 143 cv), aprendo cos&igrave; la strada a un numero maggiore di modelli disponibili sul mercato. Di contro, lo &ldquo;status&rdquo; di neopatentato viene allungato da 1 a 3 anni, estendendo perci&ograve; il periodo di tempo nel quale le sanzioni commisurate in termini di punti sulla patente varranno doppio, oltre al limite di potenza e alla velocit&agrave; massima di 100 km/h su autostrade e 90 km/h su strade extraurbane. Tra i marchi pi&ugrave; apprezzati dai neopatentati italiani spicca Fiat, che da sempre offre vetture compatte, economiche e versatili. Con l&rsquo;aggiornamento delle soglie, salgono le opzioni disponibili tra le citycar e i modelli pi&ugrave; spaziosi del brand torinese. Dalla sempreverde Panda, alla nuovissima Grande Panda (anche elettrica) alle versioni mild-hybrid della 500, fino alle nuove proposte come la Fiat 600 e i modelli elettrici della gamma, i giovani automobilisti avranno a disposizione un ventaglio di scelte pi&ugrave; ampio rispetto al passato. Ma quali sono, nello specifico, le Fiat che rientrano nei nuovi parametri? Scopriamo insieme l&rsquo;elenco aggiornato, analizzando caratteristiche e vantaggi di ciascun modello.  L&rsquo;articolo continua nella prossima scheda  &nbsp;  Fiat Panda    La Fiat Panda &egrave;, da oltre 40 anni, la citycar pi&ugrave; venduta in Italia, grazie alla sua combinazione di praticit&agrave;, economia di esercizio e affidabilit&agrave;. Con una lunghezza di 3,65 metri, &egrave; perfetta per la guida urbana, con un raggio di sterzata ridotto che facilita le manovre negli spazi stretti. Disponibile con la motorizzazione benzina mild-hybrid 1.0 da 70 cavalli pu&ograve; assicurare bassi consumi (fino a 4,9 l/100 km) e costi di gestione davvero contenuti. Gli interni, essenziali ma funzionali, offrono spazio a sufficienza per quattro adulti e un bagagliaio da 225 litri, ampliabile abbattendo i sedili posteriori. La gamma include la versione base Panda e la pi&ugrave; recente Pandina, con un assetto rialzato e protezioni in plastica per affrontare sterrati leggeri &egrave; anche perfetta per la citt&agrave;, potendo assicurare quei centimetri extra e i paraurti rinforzati per scongiurare qualsiasi spiacevole segno o graffio derivato dall&rsquo;utilizzo. Il prezzo di partenza &egrave; di 15.950 euro, rendendola una delle opzioni pi&ugrave; accessibili sul mercato., mentre per la versione Pandina, con la promozione ora in essere si pu&ograve; scendere da 18.950 fino a 17.500 euro.  L&rsquo;articolo continua nella prossima scheda  &nbsp;  Fiat Grande Panda    La Fiat Grande Panda &egrave; la nuova interpretazione del classico modello, pensata per chi desidera pi&ugrave; spazio e tecnologia senza rinunciare all&rsquo;agilit&agrave;. Con una lunghezza intorno ai 4 metri, offre un abitacolo pi&ugrave; ampio e moderno rispetto alla Panda tradizionale, con una migliore abitabilit&agrave; per passeggeri e un bagagliaio pi&ugrave; capiente. Le motorizzazioni disponibili comprendono sia la versione mild-hybrid ma anche la pi&ugrave; grintosa e tecnologica full electric, con un&rsquo;attenzione particolare ai bassi consumi e alla riduzione delle emissioni. Entrambe rientrano nelle nuove soglie per i neopatentati, con potenze rispettivamente di 101 e 113 CV: l&rsquo;elettrica, dispone di una batteria agli ioni di litio da 44 kW che assicura sulla carta fino a 320 km in ciclo di omologazione WLTP. Il design &egrave; moderno ma mantiene alcuni richiami alla tradizione, con linee squadrate e dettagli funzionali. Gli interni presentano un quadro strumenti digitale, un ampio schermo touchscreen centrale e una connettivit&agrave; avanzata per sincronizzare dispositivi sia Apple che Android. Grazie alla sua versatilit&agrave;, &egrave; adatta sia all&rsquo;uso cittadino che ai viaggi pi&ugrave; lunghi, con un bagagliaio da ben 361 litri. Si parte da 18.900 euro per l&rsquo;ibrida in allestimento Pop, mentre l&rsquo;elettrica in allestimento RED &egrave; disponibile da 24.900 euro.  L&rsquo;articolo continua nella prossima scheda  &nbsp;  Fiat 500e    La Fiat 500e &egrave; la versione elettrica della citycar torinese, che mantiene il fascino senza tempo dell&rsquo;iconica citycar italiana ma con un&rsquo;alimentazione innovativa. Ad oggi, si tratta dell&rsquo;unico modello di Fiat 500 a listino, dal momento che la versione ibrida &egrave; stata da poco tolta dal commercio, in attesa della versione mild-hybrid che sar&agrave; basata su questa nuova interpretazione. Disponibile con due batterie, 24 kWh (95 CV, autonomia di 190 km) e 42 kWh (118 CV, fino a 320 km di autonomia), offre prestazioni brillanti e una guida fluida grazie alla coppia immediata tipica dei motori elettrici: &egrave; davvero comoda in citt&agrave;, scattando vivacemente ai semafori e godendo di un&rsquo;ottima maneggevolezza, grazie al basso baricentro tipico delle auto elettriche. La ricarica rapida fino a 85 kW consente di recuperare l&rsquo;80% della batteria in circa 35 minuti, rendendola adatta anche a chi viaggia frequentemente. Lunga 3,63 metri, ha un abitacolo ben rifinito con dettagli eco-friendly e un sistema di infotainment avanzato con schermo da 10,25 pollici. I sistemi di assistenza alla guida includono frenata automatica, mantenimento della corsia e cruise control adattivo, per una maggiore sicurezza. Il prezzo parte da 29.950 euro per la versione Red con batteria pi&ugrave; compatta, ma con gli incentivi statali si pu&ograve; ottenere a cifre pi&ugrave; contenute.  L&rsquo;articolo continua nella prossima scheda  &nbsp;  Fiat 600 e 600e    La Fiat 600 &egrave; il nuovo B-SUV della gamma Fiat, pensato per sostituire la 500X e offrire un&rsquo;alternativa moderna e pi&ugrave; sostenibile. Da questa, per&ograve;, prende le distanze adottando una nuova meccanica derivata dalle sinergie del Gruppo Stellantis, con pi&ugrave; tecnologia a bordo, un design che strizza maggiormente l&rsquo;occhio a quella di nuova 500e e un miglior livello di finiture. Disponibile con motorizzazione ibrida 1.2 da 100 cv ed elettrica da 156 cv&nbsp;con 400 km di autonomia, garantisce bassi consumi e prestazioni brillanti (soprattutto nel caso dell&rsquo;elettrica). Con una lunghezza di 4,17 metri, offre un abitacolo spazioso e un bagagliaio da 385 litri (360 per l&rsquo;elettrica), perfetto per l&rsquo;uso quotidiano qualche vacanza in coppia. Gli interni presentano un ambiente al passo con i tempi, con un pratico schermo centrale da 10,25&rdquo; &ndash; dotato anche di sincronizzazione smartphone senza fili - e numerosi sistemi di assistenza alla guida, tra cui il cruise control adattivo e il mantenimento della corsia. Tutti gli allestimenti e versioni dell&rsquo;ibrida sono dotate di serie del cambio automatico DCT, all&rsquo;interno del quale &egrave; installato il modulo mild-hybrid che assicura maggior grinta e reattivit&agrave; all&rsquo;erogazione della potenza. I listini partono da 25.200 euro per quest&rsquo;ultima, mentre per l&rsquo;elettrica 600e si passa a 35.950 euro in allestimento Red.  L&rsquo;articolo continua nella prossima scheda  &nbsp;  Fiat Tipo, Tipo Hatchback e Tipo Station Wagon    La Fiat Tipo &egrave; una delle compatte pi&ugrave; spaziose e versatili della gamma (e del mercato), disponibile nelle versioni berlina, hatchback (5 porte) e station wagon. Riprendendo la filosofia del celebre modello di fine anni &rsquo;80, il marchio italiano ha riproposto la vettura a partire da dicembre 2015, come progetto globale destinato a quasi tutti i mercati del mondo. L&rsquo;intera gamma di Fiat Tipo rientra nelle limitazioni per neopatentati incluse con l&rsquo;ultimo codice della strada. Perci&ograve;, le motorizzazioni prevedono il 1.5 Hybrid da 130 cv e il 1.6 diesel da 130 cv, garantendo una scelta adatta a diverse esigenze di percorrenza. La prima, &egrave; dotata di serie del cambio automatico DCT, con il motore elettrico direttamente integrato al suo interno ed &egrave; anche capace di fornire motricit&agrave; al veicolo nei momenti di rilascio gas e veleggio, oltre che nelle ripartenze. L&rsquo;1.6 &egrave; invece disponibile con il solo cambio manuale a sei marce. Entrambe le motorizzazioni riescono a totalizzare dei consumi davvero contenuti, compresi tra i 15 e i 20 km al litro. La versione hatchback misura 4,37 metri, mentre la station wagon arriva a 4,57 metri, con un bagagliaio fino a 550 litri nella versione pi&ugrave; lunga. L&rsquo;abitacolo &egrave; abbastanza moderno e pratico, con materiali riobusti e un sistema di infotainment da poco aggiornato, con uno schermo touch fino a 10,25 pollici e compatibilit&agrave; con smartphone Android o Apple. Tra le dotazioni di sicurezza spiccano la frenata automatica, il mantenimento della corsia e il cruise control adattivo. I prezzi partono da 17.950 euro per la motorizzazione diesel e carrozzeria berlina, passando per i 25.200 euro per la Hatchback diesel mentre la station wagon, con la stessa configurazione &egrave; disponibile da 26.700 euro. L&rsquo;ibrido, sempre in allestimento base, &egrave; disponibile da 26.200 euro per la carrozzeria Hatchback o 28.400 euro per la SW. 

Da Panda a Tipo, quasi tutta la gamma della Casa torinese rientra nei nuovi limiti di potenza imposti per i neopatentati: 75 kw/t e 105 kW massimi

Auto neopatentati, ecco i modelli Fiat guidabili nel 2025

        Si &egrave; conclusa sabato 22 l&rsquo;edizione 2025 di The I.C.E., l&rsquo;esclusivo evento che ogni anno porta a St. Moritz, in Svizzera, alcune tra le auto pi&ugrave; iconiche, rare e preziosi della storia. Come tradizione, la manifestazione si &egrave; conclusa con l&rsquo;elezione della &ldquo;best in class&rdquo;, ovvero la vettura che &egrave; stata eletta dai giudici come la pi&ugrave; significativa dell&rsquo;edizione. Il prestigioso premio &egrave; stato assegnato quest&rsquo;anno alla Bugatti 59 del 1934, vincitrice anche della categoria &ldquo;Open Wheels&rdquo;. Premiate nel corso del The I.C.E. anche Ferrari, Porsche e Alfa Romeo. Tante italiane tra le protagoniste, incluse le novit&agrave; portate da Maserati e Pagani sul lago ghiacciato di St. Moritz.  Bugatti e le altre vincitrici del The I.C.E. Costruita nel 1934, la Bugatti 59 eletta &ldquo;best in class&rdquo; al The I.C.E. 2025 &egrave; dotata di un motore a 8 cilindri in linea da 3,3 litri, e venne impiegata dalla Casa francese per le competizioni Grand Prix ottenendo alcune importanti affermazioni come la vittoria al GP del Belgio nel &lsquo;34. Caratterizzata da alcune soluzioni innovative ma non non del tutto efficaci, la 59 ebbe una carriera agonistica di alto livello piuttosto breve. La sua linea e le sue caratteristiche rimangono tuttavia ancora estremamente affascinanti, al punto da convincere i giudici ad assegnarle il premio pi&ugrave; prestigioso del concorso d&rsquo;eleganza invernale di St. Moritz. Ma non solo, perch&eacute; questa Bugatti &egrave; stata giudicata anche la migliore tra le &ldquo;Open Wheels&rdquo;, una delle cinque categorie di questa edizione. Gli altri quattro premi di categoria sono stati assegnati ad altrettante vetture iconiche del secolo scorso. Nella classe &ldquo;Barchettas on the lake&rdquo; la vittoria &egrave; andata alla Ferrari 500 TRC Scaglietti del 1957, iconica Rossa da competizione che vanta cinque partecipazioni alla Targa Florio. Nella categoria &ldquo;Racing legends&rdquo; si &egrave; invece imposta la Porsche 908-03 del 1972, vettura da competizione con carrozzeriaa in fibra di vetro che nel proprio palmar&egrave;s vanta vittorie alla Targa Florio e alla 1000 km del N&uuml;rburgring. Tra le &ldquo;Concept Cars &amp; One Offs&rdquo; il premio &egrave; andato invece all&rsquo;Alfa Romeo 6C 1750 GS Spider Aprile del &lsquo;31: derivata da una 6C 1750 Gran Sport con carrozzeria Zagato, venne riprogettata nel &lsquo;39 da Giuseppe Aprile la riprogett&ograve; con lo stile di Mario Revelli de Beaumont, assumendo le forme attuali. Infine, tra le &ldquo;Icons on Wheels&rdquo; &egrave; stata premiata un&rsquo;altra Ferrari, la Ferrari 275 GTB/4 del 1966, dotata di motore V12 e recentemente restaurata da Kessel Classic. Per quanto riguarda invece gli altri riconoscimenti, il premio Spirit of St. Moritz, firmato e consegnato personalmente dall&rsquo;artista Rolf Sachs, &egrave; andato alla Ferrari 250 GT SWB "Sefac" del 1961, mentre il premio Hero Below Zero, assegnato dal pubblico, &egrave;&nbsp; andato alla Lamborghini Miura SV del 1972. Maserati, due novit&agrave; per la GranCabrio al The I.C.E. Maserati e Pagani protagoniste a St. Moritz Non solo storiche al the I.C.E. 2025, che come sempre &egrave; l&rsquo;occasione per le Case di mettere in mostra i propri modelli pi&ugrave; recenti. Come ha fatto Maserati, che oltre a MC20 GT2 Stradale, MCXtrema e al resto della gamma attuale, ha svelato due novit&agrave; del modello Gran Cabrio: la versione con motore V6 Nettuno da 490 cavalli e la one-off ispirata all&rsquo;inverno Trofeo ONE of ONE - THE ICE realizzata dal reparto Fuoriserie. Grande protagonista all&rsquo;evento in Svizzera anche Pagani, che ha portato sul lago ghiacciato di St. Moritz la nuova Utopia Roadster. Dotata, come la sorella a tetto chiuso, del poderoso V12 AMG, sar&agrave; prodotta in appena 13 esemplari a un prezzo superiore ai 3 milioni di euro. La Casa di Horacio Pagani ha portato in esposizione anche la Huayra Epitome, one-off dotata di cambio manuale realizzata dalle officine Grandi Complicazioni del Costruttore di San Cesario sul Panaro, una Huayra R e una Zonda S.        

La sportiva del 1934 &egrave; stata eletta vincitrice del concorso d'eleganza, insieme a Porsche, Ferrari e Alfa Romeo che si sono spartite le altre categorie

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